Per anni ho conservato il mio vecchio logo.
L’ho usato per le grafiche, per i biglietti da visita, le fatture e la carta intestata.
Ne andavo fiera e mi piaceva.
Quest’anno, con un trasloco in una città lontana, in un contesto completamente diverso dalla MIA tanto amata Milano e tanti cambiamenti, ho inziato a sentirlo stretto.
È stato qui a Lavena che ho sentito la necessità di dare nuova vita al mio logo.
Un logo gonfio, goffo e troppo “spesso”.
Ho iniziato prendendo carta e matita, senza gomma. Ho scarabocchiato linee rette, precise, senza righello ne compasso.
Ho provato e riprovato. Non riuscivo a disegnare l’idea che avevo in mente.
Ad un certo punto, lui. Traccio il disegno senza pensare, concentrandomi sulle lettere che compongono il mio nome e la mia passione per il minimalismo e la geometria.
La G di Gaia, la A di Anastasia diventa un triangolo e la T di Tirelli compare a chiudere il pensiero.
Ai meno sensibili o attenti, il logo potrà sembrare lo stesso, ma non è così.
Se il logo precedente era grosso, goffo, pesante perché voleva apparire ed essere notato, ora è pulito, naturale, semplice e modesto.
Realizzato per essere esattamente ciò che deve essere, senza elaborazioni, senza segreti, senza ornamenti o fronzoli.
Un logo tranquillo e implicito, diretto eforse ruvido per certi aspetti, ma esattamente ciò che volevo.
Un logo che mi rispecchia, sono IO. Ci voleva, mi serviva per ricominciare, o ripartire. Uno stimolo a cambiare e rinnovarsi senza arrendersi mai.